Il Giullare
nasce nel 2000, quando un gruppo di “sprovveduti” giovani volontari dell’Associazione prestano il proprio servizio nella molto familiare casa d’accoglienza, frequentata per due volte a settimana da pazienti del Centro di Salute Mentale, dell’Associazione Promozione Sociale e Solidarietà di Trani. Ispirati dagli scritti di una delle menti contemporanee più eccelse della nostra Italia, Dario Fo, è nato un progetto teatrale che affondava le sue radici in quel bellissimo pezzo, “Nascita del Giullare” tratto da Mistero Buffo, giullarata popolare, in cui si racconta come nasce un giullare. Eccone alcuni stralci:
Oh, gente, venite qui che c’è il giullare! Giullare son io, che salta e piroetta e che vi fa ridere .Ma io non sono stato sempre… e questo che vi voglio raccontare, come sono nato. […] lo sono nato villano. Villano, contadino proprio. Non rimanere qui attaccato a questa terra, vai in giro e a quelli che ti tirano le pietre digli, fagli comprendere, e fai in modo che questa vescica gonfia che è il padrone tu la buchi con la lingua, e fai uscire il siero e l’acqua a sbrodolare marcio. Tu devi schiacciare questi padroni . Non per il bene tuo, per la tua terra, ma per quelli come te che non hanno terra, che non hanno niente e che devono soffrire solamente e che non hanno dignità da vantare. Campare di cervello e non di piedi! Venite gente! Venite qui! C’è qui il giullare! Vi faccio far satira, giostrare col padrone, che vescica grande è e io con la lingua la voglio bucare. E vi racconto di tutto, come viene e come va, e come Dio non è quello che ruba! E’ il rubare impunito e le leggi sui libri che sono loro… parlare, parlare. Ehi gente! Il padrone si va a schiacciare! Schiacciare! E’ da schiacciare!”
Un disagiato che mette a disagio! Questa idea del folle personaggio, povero e matto che porta con sé quasi una missione divina che è quella proprio della parola, della denuncia, del rimprovero, della comunicazione ci è sembrata una bella sfida, la sfida che chi è considerato “diverso” potesse lanciare alla società dimostrando che la sua diversità non significa inferiorità … dimostrando che si parla di abilità differenti perché ciascuno ha abilità diverse, e privilegiando uno degli strumenti in cui il racconto assume forma, ha una voce, trova il modo di essere comunicante con diverse forme espressive: il teatro.
Ed ecco l’idea di un teatro contro ogni barriera in cui sul palco, nell’incantevole gioco delle parti che annulla le differenze per esaltare le maschere degli attori, ci fossero attori con “diversa abilità” e attori “normodotati”.
Noi partiamo da un assunto fondamentale: non c’è miglior terapia per ciascuna persona che farla sentire persona! Da questa filosofia di vita è evidente che le differenze esistono, ma esistono tra ogni persona e non appartengono all’“handicap” considerato che ciscuno di noi è deficitario in qualcosa. Per questo il festival ha come obiettivo la promozione di una cultura che abbatte ogni barriera e siamo fortemente convinti che per fare questo bisogna far vedere alla gente che questo è realmente possibile, è concreto, tangibile… come? Il teatro e l’arte in genere lo dimostrano ognuno recita una parte per cui che tu sia “normodotato” o “diversamente abile” sul palco non può vedersi perché stai recitando un ruolo, sei altro da te e contemporaneamente sei te stesso! E questo è per noi il paradigma emblematico in cui le pari opportunità si toccano con mano. Per altro in queste edizioni abbiamo avuto anche un salto culturale che per molti aspetti ci da ulteriore linfa per continuare a realizzare Il Giullare: infatti se nelle prime edizioni vi era la tendenza a trovare esperienze teatrali legate prevalentemente agli ambienti di cura (centro diurni, associazioni, ecc.) nelle ultime edizioni hanno partecipato al nostro Festival spettacoli teatrali realizzati da Compagnie Teatrali al cui interno vi erano attori con diversa abilità addirittura a cachet! Una cosa che dovrebbe essere normalissima ma che diventa una meravigliosa eccezione!